Una città che si dà da fare e che conserva le tracce dei mestieri di una volta: Bologna è anche questo e questa sua particolarità la si ammira tuttora, grazie a targhe, lapidi e addirittura i nomi delle strade. Professioni antiche che si sono legate in maniera salda alla città.
I Brentatori
Il termine a chi non è di Bologna può risultare sconosciuto ma in realtà i Brentatori hanno una storia molto legata alla città e al suo centro. L’antica sede della storica Compagnia dell’Arte dei Brentatori sorgeva infatti nell’attuale via de’ Pignattari, dove oggi c’è l’Hotel Commercianti, di fianco alla Basilica di San Petronio.
Ma che mestiere era il Brentatore? Questa corporazione, nata nel 1250 anche se verrà legalmente riconosciuta solo nel XV secolo, riuniva coloro che avevano il compito di trasportare il vino nelle cosiddette “Brente”, dei recipienti portati sulla schiena. Oltre alla funzione di trasporto, i Brentatori avevano anche il compito di assaggiare il vino ed erano gli unici giudici che potevano attestarne la qualità. Erano infatti considerati dei grandi intenditori di vino. Sembrano pochi compiti? Nessun problema, ne arriva subito un altro: i Brentatori in caso di incendi erano anche chiamati a spegnere il fuoco trasportando l’acqua con le loro brente.
I Notai
Erano tra le corporazioni più potenti in città, tanto da avere un palazzo a loro dedicato: il Palazzo dei Notai, appunto. Non un dettaglio da poco. L’edificio, antica sede della società dei Notai, sorge infatti tra due punti molto importanti per la città: San Petronio (tempio civico di Bologna) e Palazzo d’Accursio (il palazzo del governo), a testimonianza della rilevanza di questa corporazione. Non solo, i Notai e i Beccai sono le uniche corporazioni ad avere il giuspatronato di una cappella della Basilica di San Petronio. Nel caso dei Notai si tratta della cappella della Santa Croce, che mostra nel basamento proprio lo stemma della Società dei Notai.
I Beccai
I Beccai erano i macellai ed anche questo mestieri ha lasciato e lascia tuttora tracce in città. La Casa dell’Arte dei Beccai si trovava infatti in via Caprarie, dove ancora oggi, al civico 3, è murata la formella, mentre la Casa fu demolita nel 1912.
C’è una famiglia, molto importante per la storia di Bologna che si lega alla storia dei Beccai. Quale? I Bentivoglio. In origine erano infatti beccai e non rinnegarono mai queste umili origini, tanto da ricordare la corporazione con una targa che fa proprio riferimento ai Bentivoglio. Nel testo si legge: “Giovanni II Bentivoglio ed il figlio Annibale posero nell’anno del signore 1490”.
Anche i Beccai, come i Notai, avevano il giuspatronato di una cappella in San Petronio. Si tratta della Cappella di San Pietro Martire, dove è conservata la tela dipinta da Francesco Brizio che raffigura l’incoronazione della Madonna del Borgo di San Pietro, immagine di cui erano devoti i macellai bolognesi. Non solo, nel muro sono dipinti anche l’insegna dell’arte dei Beccai e ventuno stemmi degli uomini che facevano parte del Consiglio di questa corporazione nel 1613.
I Salaroli
Un mestiere che fa gola. I Salaroli erano una corporazione medievale che riuniva coloro che utilizzavano il sale per conservare le carni o preparare i formaggi; il loro stemma araldico era infatti una coppa di sale.
A rendere celebri i Salaroli è un compito “speciale” che li lega a una prelibatezza tipica di Bologna: la mortadella. Furono infatti loro i primi a occuparsi della tutela della produzione di questo salume così amato dai bolognesi (e non solo). Tutto cominciò nel 1661, quando il Cardinale Farnese dispone il Bando e Provisione Sopra la fabbrica delle Mortadelle e Salami, la più antica legge al mondo a tutela di una specialità alimentare italiana. Incarico dei Salaroli era quindi apporre il sigillo di garanzia sulla mortadella. A ricordare questa corporazione c’è una lapide al civico 6 di vicolo Ranocchi, affissa in occasione dei 130 anni della Mutua Salsamentari.
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